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Ricerca

Teatro Cantiere si è sempre definito, fin dagli esordi, come gruppo di ricerca teatrale fondando il proprio lavoro sull’esplorazione e sulla scoperta di differenti possibilità di comunicazione per l’attore. A fianco di una ricerca da autodidatta, Teatro Cantiere ha voluto anche fare piccole incursioni in mondi apparentemente lontani dal Teatro come le Arti Marziali, l’Acrobatica, la Giocoleria chiedendo l’aiuto di diversi esperti collaboratori.

GLOSSOLALIA
Il termine Glossolalia proviene dalla parola greca γλωσσολαλία, formata da γλῶσσα (glossa) che significa “lingua” o “linguaggio” e da λαλέω (laleō) ovvero “parlare”, “discorrere”, “creare un suono”.
Glossolalia
o “parlare in altre lingue” è la pronuncia di un linguaggio sconosciuto, di vocalizzi fluidi, di sillabe concatenate in modo da apparire per chi le ascolta come una vera e propria lingua.
Considerata da diverse minoranze religiose come una lingua mistica e sacra, la Glossolalia è ancor oggi utilizzata a scopo rituale dalla Chiesa Pentecostale, dai Carismatici e in ambienti non cristiani, come in certi gruppi religiosi legati al Voodoo di Haiti, nello Sciamanesimo e in alcune Correnti Gnostiche.
Recenti studi di neuroscienza hanno dimostrato come durante l’uso della glossolalia l’attività celebrale legata al linguaggio diminuisca e aumenti invece l’attività emozionale.
Da un punto di vista psicologico, il primo studio scientifico sulla glossolalia venne compiuto dallo psicologo svizzero Théodore Flournoy (pubblicò nel 1900 il caso della signora Hélène Smith). Nel 1927, G.B. Cutten pubblicò il libro Speaking with tongues; historically and psychologically considered, che fu considerato uno standard della letteratura medica per molti anni. Come Emil Kraepelin, psichiatra tedesco, che aveva mostrato nel 1906 l’analogia del linguaggio prodotto durante i sogni e il linguaggio schizofrenico, Cutten collegò la glossolalia al linguaggio prodotto nella schizofrenia e nella psicosi isterica. Nel 1972, John Kildahl assunse una differente prospettiva psicologica nel suo libro The Psychology of Speaking in Tongues. Egli affermò che la glossolalia non era necessariamente un sintomo di malattia mentale e che i glossolalisti soffrivano di meno per lo stress.
TEATRO CANTIERE usa la glossolalia proprio per risvegliare il lato emotivo e creativo dei propri attori, ma anche come mezzo di comunicazione “basilare” e quindi comprensibile da persone di qualsiasi età, provenienza geografica o sociale. Applicando questa tecnica al canto o alla voce parlata Teatro Cantiere ha scoperto la possibilità di forme di comunicazione intime e in grado di smuovere la sfera emotiva di chi ascolta… e di chi le usa…

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MUSICA

“Una volta che la chitarra diventa una cosa che tu fai senza pensarci, adesso è arrivato il momento per esempio di cantare, appena anche cantare è una cosa a cui tu non pensi, è arrivato il momento di pensare al corpo; una volta che hai finito di pensare al corpo, che non ce l’hai più, devi pensare all’interazione con gli altri; appena hai finito di pensare all’interazione con gli altri, ecco, a quel punto puoi cominciare. Noi nel nostro teatro siamo abituati a non…i risultati li vedi dopo anni… non…non è una cosa… anzi, piano piano ognuno troverà il suo modo”.
Davide Cangelosi

La storia ha inizio anni fa, quando Teatro Cantiere decise di mettere in scena I Vostri Bambini.
Davide, tu che sai suonare la chitarra, portala. D’ora in poi ci serve“.
Per la prima volta uno strumento musicale veniva introdotto nel nostro lavoro con l’idea di indagarne le possibilità. Così come esiste un’enorme differenza tra saper strimpellare una chitarra e saperla suonare, enorme è anche  la differenza tra saper suonare e saper suonare lavorando coi metodi di Teatro Cantiere. Davide se ne rese presto conto e con l’aiuto di tutti partì verso il suo viaggio di ricerca per portare musica nel nostro lavoro. Inziarono le scoperte, le conferme e le sorprese. Cominciammo a renderci conto ad esempio che esisteva un altro ritmo musicale, non matematico, ma istintivo ed organico; prendemmo coscienza delle proprietà comunicative ed espressive dei suoni della chitarra attraverso la relazione con l’altro, con gli impulsi e le energie fisiche e poi ancora ed ancora. Davide soprattutto cominciò a maturare questa abilità di improvvisazione con lo strumento musicale, la glossolalia e i suoi compagni.
Dalla necessità di indagare la musica nascono anche i progetti Drummachine ed Urlamado e le collaborazioni conDome LaMuerte, Chris Rael, Chiasso Mozzo, Senzafilo Music Contest.
Oggi la ricerca sta maturando sempre più ed in passato ha incluso la collaborazione di Armando Masoni, che partendo da un differente punto di vista si è morbidamente insinuato nei meandri dei nostri modi.


ARTI MARZIALI

Lo studio di alcune Arti Marziali può essere molto proficuo nella ricerca teatrale: noi di Teatro Cantiere abbiamo sfruttato questa possibilità per indagare nuovi modi di espressione e relazione fisica. Con Tommaso Valentini, allievo diretto del maestro indiano Jayachandran Nair della Kerala School of Martial Arts abbiamo appreso i primi rudimenti dell’antica arte marziale indiana Kalaripayattu, le forme di saluto, il lavoro con i bastoni, il training. Fabio Casalini ci ha invece introdotto alle regole ed allo spirito del Systema, arte marziale russa sviluppata dai corpi speciali dell’esercito che si basa sull’uso di pressioni, leve, colpi e combattimento corpo a corpo .
La nostra ricerca si è anche concentrata su certe tecniche di Judo, Tai Chi Chuan, Capoeira.

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