Brevi Apparizioni dal Mondo Sottile
Il nuovo album di Samuele Fortunato
“Brevi apparizioni dal mondo sottile” è il terzo album di Samuele Fortunato. Il disco si muove tra atmosfere cantautorali e sprazzi di psichedelico glam, i due mondi lontanissimi che hanno sempre accompagnato la vita di Samuele. “Brevi apparizioni dal mondo sottile” è un lavoro che nasce dalle corde più nascoste dell’artista, frutto di un percorso di autocoscienza. I sette brani sono un viaggio che l’ascoltatore è invitato ad affrontare e, come per ogni viaggio, si necessita di una mappa. Questo disco è la mappa.
Informazioni tecniche:
Busta deluxe in polietilene trasparente lucida.
Copertina die-cut “45 giri” in cartoncino Nero lucido con fustellatura “prendi disco” e foratura su entrambi i lati.
Sette tavole a colori di Marco Cioni su carta patinata opaca 200 grammi.
Inserto timbrato TCLibri
Cd “Brevi Apparizioni dal Mondo Sottile ” Vinyl black dye con timbro.
Edizione limitata con rifiniture in spago di canapa e cartoncino Kraft. Prodotto in 100 copie numerate e assemblate a mano.
Recensioni:
“E’ un esordio riuscitissimo quello del cantautore comasco. Intenso, dalle atmosfere rarefatte, con il cuore e l’anima nella migliore tradizione della canzone d’autore italiana (Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Enzo Jannacci) ma la mente al presente, con arrangiamenti minimali che riportano talvolta a Radiohead e Sigur Ros. Personale, originale, bello.”
Antonio Bacciocchi su www.radiocoop.it
“Interessante connubio tra canzone d’autore tradizionale e un glam-rock di bowiana memoria.
Brevi apparizioni dal mondo sottile è l’enigmatico titolo del terzo lavoro discografico di Samuele Fortunato, cantautore comasco che prova ad unire i due mondi apparentemente distanti della canzone d’autore e del glam.
Ne viene fuori un disco di sette tracce dai contorni parecchio interessanti, in cui la forma canzone tradizionale si appoggia a testi talvolta surreali e misteriosi. Si comincia con le atmosfere rarefatte e vagamente retrò di “Adieu” e si va avanti con “Il mondo”, brano dal titolo classicheggiante e dagli echi che riportano alla mente un Bowie primitivo, stile Rock’n Roll Suicide. L’attitudine di Fortunato è palesemente ancorata ad un’idea di cantautorato anni Settanta, con sguardi che si rivolgono all’attualità soltanto a sprazzi, creando un panorama musicale personale e sorprendentemente originale. Brani come “La canzone del ritorno” sono affini allo stile di Lucio Corsi, mentre altri episodi come “Torre di Cera” guardano a quei mondi già esplorati da un certo Fabrizio De Andrè.
Il cantautore lombardo ci propone un interessante connubio tra glam-rock delle origini e un’idea di canzone pop che si affida molto alla grande tradizioni di autori nostrani. La sua è una scrittura intensa, sensibile, in grado di trovare l’alchimia perfetta con arrangiamenti semplici ma straordinariamente pertinenti al contesto.”
Marco del Casale su www.rockit.it