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Prendersi per mano oggi: Diario pianese al tempo del Coronavirus

By in Diverso da news, Frontpage on March 13, 2020

Carissimi amici, da oggi cominceremo a pubblicare un particolare diario, dove tutti i compaesani di Piana Crixia potranno scrivere o filmare una breve riflessione quotidiana in questo difficile momento di isolamento e insicurezza generale.
Se volete partecipare a questo progetto collettivo vi invitiamo a mandare il vostro materiale alla mail info@teatrocantiere.it oppure via Messanger sulla nostra pagina Facebook. I pensieri che ci arriveranno verranno anche usati per una performance che Teatro Cantiere metterà in scena al Be Folk! Festival 2020.

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DIARIO PIANESE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Giovedi 12 marzo

Hengel & Sara (Teatro Cantiere): Giornata strana, naturalmente. Chi si sarebbe mai aspettato di vivere un’esperienza simile? Stiamo provando comunque a prenderla col sorriso. Oggi siamo andati ad approvvigionarci di cibo a Cairo (con tanto di autocertificazione, ecc. ecc.), ci ha stupito la strada vuota se non per pochi camion e soprattutto ci ha stupito la differenza tra due diversi supermercati: al discount l’atmosfera era più rilassata, sia tra i clienti sia tra chi ci lavora… tutto diverso al supermercato “con le grandi marche”, dove si sentiva un’aria di tensione, tutti con le mascherine, clienti che ti guardano un po’ in cagnesco se sorridi… Insomma è stato strano… ci chiedevamo da cosa potesse dipendere questa differenza… Chi spende meno in cibo ha meno paura? O è solo più incosciente? Dipende dalla classe sociale? O chi apprezza le grandi marche è più teledipendente e i mass media spaventano? Mooolto difficile capire….

Fiorenza Valle: oggi mi gira così e stamani ho pubblicato quanto segue sul gruppo di “FILI E ABBRACCI”…..Prendendo spunto dalla nostra Giovanna….mi è venuta un’idea ammazza tempo…..facciamo tutte la scritta “Andrà Tutto Bene”….come meglio crediamo. ..a maglia all’uncinetto oppure dipinto….come più ci aggrada e poi li pubblichiamo. …così ci teniamo compagnia virtualmente….che ne dite???

Luigi Sormano: Diamo seguito alle buone intenzioni: pur nella responsabilità dei nostri comportamenti in questo momento molto complicato cerchiamo di prenderci una pausa liberando la nostra mente dalle troppe pressioni negative. Pensiamo ad altro; per esempio vediamo un passaggio, ignorato da molti, che contribuì alla formazione della nostra Italia così come la conosciamo, il tutto accadde il 12 marzo del 1860 ben 160 anni fa quando terminarono i plebisciti dei Ducati di Parma e Piacenza e di Modena e Reggio i quali assieme allo Stato Pontificio sancirono il passaggio al Regno di Sardegna che poi dal 1861 divenne Regno D’Italia. E’ una curiosità ma serve a parlare d’altro. Vogliamoci bene.

Enrica Fracchia Morelli (anche se non pianese accettiamo il suo pensiero che ci spiega una bellissima iniziativa di amore ed empatia): FiliEabbracci è nato per incontrarci nelle piazze, nei centri storici, guardandoci negli occhi ed è stato una rivelazione perché nessuno è troppo grande per un abbraccio. Tutti vogliono un abbraccio. Tutti hanno bisogno di un abbraccio. #iorestoacasa ma non vedo l’ora di poter ricevere e donare un abbraccio.

Barbara Delprato: Vale anche raccontare che son stata tutto il giorno sul soppalco a mettere ordine??? 5 anni di accumulo mi fanno onore???

Venerdi 13 marzo

Giovanna Rovere: Ieri ho passato l’aspirapolvere oggi fatto mezzo punto devo finire un arazzo iniziato due anni fa poi mi lavo i capelli metto bigodini e la giornata finisce con la cena… ma gli uomini che fanno?
Tutto andrà bene.

Luigi Sormano: La constatazione è che le persone della mia età fanno molta meno fatica a sopportare tutto questo. Vero è sono i più a rischio ma comunque vada questo ca..o di virus col cavolo che ci porterebbe via gli anni più belli, lo abbiamo comunque fregato. Poi noi a casa, o comunque al massimo nella frazione abbiamo vissuto per anni, altro che aperitivi, discoteche, viaggi, centri commerciali. Prati mucche, pecore in giornata e poi all’imbrunire a casa, illuminata da un lume a petrolio, cena rustica, da non confondere con quelle che definiscono rustiche adesso, un po di conversazione con genitori e fratelli, allora, pensate un po si faceva anche questo, e poi a nanna che il giorno dopo si ricominciava. Ma tu vallo a raccontare che ti guardano come uno scemo rincoglionito. E magari hanno pure ragione.

Fiorenza Valle: per noi non è molto difficile seguire le precauzioni…..il brutto è che questa incertezza, questa situazione surreale….Non ti abbandona mai….neanche quando sei in casa …al sicuro….!!!!

Sabato 14 marzo

Luigi Sormano: pensiero della notte: viviamo un momento complicato e difficile ma chi, come me ed i miei coetanei, ha vissuto gli anni della guerra fredda ha forse transitato in tempi ancora più pericolosi e tragici, Dagli appunti di Robert Kennedy si legge che durante la crisi di Cuba dell’ottobre del 62, allorquando le forze navali U.S.A. misero in atto il blocco navale e le navi sovietiche si stavano avvicinando, era in corso una riunione permanente alla Casa Bianca alla quale partecipavano i massimi responsabili militari e politici. L’attesa di cosa sarebbe successo era angosciosa perché avrebbe voluto dire o cedimento dell’URSS o una guerra atomica che avrebbe potuto cancellare in pochi giorni la vita dal pianeta. L’incertezza ed il pericolo erano tali che una notte, quando McNamara il segretario di stato dovette allontanarsi e si congedò dai fratelli Kennedy con la frase “ci vediamo domani” tutti lo guardarono come se lui fosse a conoscenza di qualche segreto che gli altri ignoravano. Sapeva che ci sarebbe stato il domani.

Fiorenza Valle: E……la libertà non è uno spazio libero….libertà è partecipazione…….

Dario D’Ambra: (non pianese, ma attore storico di Teatro Cantiere):
13 Marzo 2020 di Dario D’Ambra
Accanto a me sento il rumore intermittente di una macchina che mi sta
pompando nelle vene un chemioterapico. Sono malato. E lo sono dal 2018.
Anche se il cancro è una malattia strana. A parte quei due o tre mesi che
ti servono per essere operato e riprenderti, o i periodi di chemioterapia,
puoi fare tutto. Dall’esterno sembri in tutto e per tutto una persona sana.
Puoi camminare, puoi correre, puoi lavorare, puoi fare l’amore, puoi viaggiare. Ma tutto quello che fai diventa più faticoso, hai uno zaino invisibile e pesantissimo che ti porti sempre dietro.
E te ne accorgi davvero dello zaino solo ogni tanto, quando fai quel
movimento che l’ultima operazione ti ha rubato e forse non recupererai mai; quando ti accorgi che preferisci aspettare la prossima metro pur di non provare a correre, perchè in fondo non sei mai sicuro che i punti interni si siano davvero chiusi tutti bene; quando prendi una buca con la macchina, perchè comunque puoi guidare, e ti chiedi perplesso se `e normale che le tue budella si muovano così tanto a causa dello sbalzo; quando è difficile trovare una posizione per dormire, agitandoti, arrabbiandoti anche, e rigirandoti con movimenti bruschi spargendo gomitate e ginocchiate che la persona che ti dorme accanto deve essere Chuck Norris per sopravvivere.
E la macchina pompa, il suo rumore ha lo stesso effetto di una passeggiata in macchina per un bebè. Ma il liquido che inietta è un insetticida per
cellule impazzite.
E questo mio corpo, in questo momento, forse di onnipotenza, forse di
megalomania, mi sembra l’Italia, mi sembra l’Europa, mi sembra il mondo.
Sono tutti a casa, in quarantena, nazioni e medici provano a bloccare o
rallentare il coronavirus, mentre la terapia prova a fare lo stesso con il mio cancro.
Cellule e persone cominciano a non sembrarmi più così diverse. Si scoprono nuovi focolai che si espandono e contagiano le zone limitrofe. Si cerca di isolare, ma qualcosa sfugge e si crea una nuova lesione, una nuova zona a rischio, magari in un paese diverso, in un organo diverso. Vorrei anche io fermare il mio corpo, mettere tutte le cellule in quarantena, lasciare che quelle malate restino a casa a fare il loro corso, e poi riaprire tutto, ed essere di nuovo sano, guarito.
Adesso che c’è anche il coronavirus il mio zaino è un po’ più pesante.
Ho nuovi motivi che mi fanno accorgere del suo peso, come ogni volta che
qualcuno non rispetta la distanza di sicurezza, da quando lavarsi le mani è diventata un’operazione certosina, quando trattengo le dita per non stropicciarmi gli occhi o scaccolarmi il naso, che poi è solo un rimandare, perchè alla fine non ce la faccio a resistere.
La quarantena mi protegge, ma la condizione stessa della quarantena
indica che c’è un pericolo lì fuori. Un pericolo che nel mio stato di salute
devo necessariamente evitare.
Ogni tanto l’infermiera viene a sostituire le sacche di liquidi che la macchina pompa. Ma il suo rumore intermittente continua ad accompagnare i miei pensieri.
La terapia potrebbe non essere efficace nel mio caso, ho un tumore raro.
E questa incertezza sembra l’incertezza del contagio, del non sapere quando finirà questa pandemia, di quali sono i rischi effettivi che le persone a cui voglio bene potrebbero incorrere se fossero contagiate.
Adesso siamo tutti accomunati da una nuova spada di Damocle, che ci
segue dovunque, non sappiamo se ci cadrà addosso, se la sua lama è tanto
affilata da tagliarci in due, o `e come quella di un coltello di plastica, ma è lì.
Io questa spada di Damocle la metto nel mio zaino, e al ritmo intermittente della macchina che pompa, provo a continuare a vivere.

Lorenzo Schiavo: vorrei solo che una volta trovata la cura, non perderemo l’insegnamento.. tutto ciò che globalizza il nostro mondo è vuoto e se non vorremo di nuovo privarci di un abbraccio iniziamo ad amarci e a credere che l’importante non è l’economia ormai esausta e la politica farlocca! La cosa più importante è amarsi! Altrimenti non potremmo affrontare quello che, inevitabilmente, accadrá! Uniti come uomini e leali come fratelli!

Domenica 15 marzo e Lunedi 16 marzo

Loris Tappa: Sveglia alle ore 5.00 (come sempre), dalle ore 5.30 alle ore 6.20 jogging, doccia, lettura, passeggiata in aperta campagna, acquisto di cibo e giornali (con sottofondo di commenti senza senso o, nei casi fortunati, banali dei clienti sulla situazione attuale. Forse, come eterogenesi dei fini, le mascherine ci aiuteranno a tenere la bocca un poco più chiusa?), pranzo, lettura, radio, cena (latte e caffè), controllo posta elettronica, scrittura testo per il diario pianese e finalmente a dormire. E poi “Domani, e poi domani, e poi domani” (William Shakespeare, Macbeth, atto V, scena V).

Stefano Pera: (Ci lascia un videomessaggio):

Martedi 17 marzo

Francesco Viazzo: La parte più difficile della giornata è il mattino. Non hai la minima idea di cosa accadrà durante la giornata, sai solo che dovrai affrontare tutto prima di finire di nuovo tra le braccia di Morfeo sperando sempre che ti conceda un sonno profondo. Ho già avuto un periodo così, ma li il mio “demone” era la depressione, avevo poca voglia di tutto e paura di tutto il resto.
Ora la minaccia tocca tutti, la paura, l’ansia, il non sapere realmente quando finirà.
Imparai, nel mio caso, a parlare con il mio “demone” consapevole all’inizio che lui era più forte di me ma con l’aiuto della terapia e delle persone che mi vogliono bene con il “demone” ho cominciato a dibattere, a conoscerlo, a soggiogarlo e infine non a sconfiggerlo, bensì ad imparare da lui. Ora non è più un demone, ha cambiato forma ed è mio alleato.
Con questo periodo, con il virus, è tutto diverso, ma la lotta con la paura, con l’ansia, assomiglia alla mia battaglia.
Con le paure ci devi parlare, ti ci devi abituare, senza mai arrenderti, credendo con tutto te stesso che un giorno potrai domarle e quando tutto sarà finito, sarai più forte.

Mercoledi 18 marzo

Luigi Sormano: spazio alla poesia, un affresco dipinto con le parole, i primi versi non si leggono, si “vedono” nell’immagine descritta. Un capolavoro di incredibile lirismo : Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t’accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai nè pensi
Quanta piaga m’apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
Appare in vista, a salutar m’affaccio,
E l’antica natura onnipossente,
Che mi fece all’affanno. A te la speme
Nego, mi disse, anche la speme; e d’altro
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or da’ trastulli
Prendi riposo; e forse ti rimembra
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Piacquero a te: non io, non già, ch’io speri,
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell’artigian, che riede a tarda notte,
Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
E fieramente mi si stringe il core,
A pensar come tutto al mondo passa,
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Volgar succede, e se ne porta il tempo
Ogni umano accidente. Or dov’è il suono
Di que’ popoli antichi? or dov’è il grido
De’ nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l’armi, e il fragorio
Che n’andò per la terra e l’oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s’aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch’egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s’udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.

Giovedi 19 marzo

Fiorenza Valle: RISORGERE dalle proprie ceneri…
…Poesia scritta durante l’epidemia della peste nel 1800…
E la gente rimase a casa
E lesse libri e ascoltò
E si riposò e fece esercizi
E fece arte e giocò
E imparò nuovi modi di essere
E si fermò
E ascoltò più in profondità
Qualcuno meditava
Qualcuno pregava
Qualcuno ballava
Qualcuno incontrò la propria ombra
E la gente cominciò a pensare in modo differente
E la gente GUARÌ.
E nell’ASSENZA di gente che viveva
in modi ignoranti
pericolosi
senza senso e senza cuore,
ANCHE la terra cominciò a GUARIRE.
E quando il pericolo finì
e la gente si ritrovò
si addolorarono per i morti
e fecero NUOVE SCELTE
E sognarono NUOVE VISIONI
E crearono NUOVI MODI di VIVERE
E guarirono COMPLETAMENTE la terra
Così come erano guariti loro.
( Kitty O’Meary. 1839- 1888)

Luigi Sormano: Questa mattina io e Grazia ci siamo improvvisati panettieri e debbo dire che questa volta il risultato è stato decisamente positivo. Due grandi teglie di dorata e profumata focaccia hanno ripagato le nostre fatiche. E non era scontato viste le esperienza precedenti. Ovviamente siamo ancora ben lontani dall’irraggiungibile professionalità di Natalina ma noi siamo dilettanti. Il dispiacere è quello di non averlo potuto fare con gli amici con i quali sarebbe stato molto bello gustarla.
Luigi Sormano: Pensiero della sera: sii più saggio degli altri, se ci riesci, ma non andare mai a dirglielo. (Socrate)

Venerdi 20 marzo

Davide Cangelosi: Io e Klizia siamo in casa e viviamo la nostra straordinaria quotidianità.
Per una volta abbiamo il tempo di ascoltare tutte le impressioni su quello che leggiamo, creiamo e vediamo senza preoccuparci dell’orologio.
Pepita ci ricorda quanto è importante il gioco, l’attesa e il riposo.
Su quello che sta succedendo fuori dalla nostra tana si sente di tutto.
La gente che sta in prima linea si sta facendo il mazzo, soprattutto nelle zone veramente rosse, rischiando di prendersi malanni seri. Grazie!
Ognuno deve fare la sua parte, per quanto piccola sia.
I paesi europei che avevano additato l’Italia come paese untore, si stanno rendono conto che sono ora quello che noi eravamo qualche settimana fa.
La Cina ci aiuta inviandoci strumenti per la terapia intensiva o semi-intensiva. Gli Emirati arabi sono stati tra i primi paesi a esprimere solidarietà all’Italia scrivendo sul Burj Khalifa. Intanto, i nostri cosiddetti paesi amici ci hanno deriso per settimane. Chi sono i nostri amici?
L’economia va a picco.
Le nuove paure si aggiungono alle vecchie paure.
L’incertezza sulla durata della pandemia vige sovrana.
Tra vicini di casa ci si scruta alla ricerca di un’impercettibile segno di infrazione alle regole stabilite.
Le discussioni se i migliaia di morti si potevano o non si potevano evitare…
Si passa da un emergenza all’altra.
Cronaca a fiumi, ansia, incertezza….
E’ l’ora della responsabilità, ci dicono i più tosti.
Tutte cose sacrosante.
Tuttavia, io penso che questa pandemia abbia reso evidente tanto di quello che siamo, come popolo e come esseri umani.
Diffidenti, menefreghisti, ignoranti, individualisti, poco empatici, incapaci di trovare da soli stimoli costruttivi solo per elencare alcune di quelle che mi vengono per prime.
Insomma ci ha messo in crisi.

La crisi che cos’è? se non un momento per riflettere e mettere in discussione il pensiero unico e consolidato su quello che siamo e che facciamo.
Se così fosse, allora, la crisi può diventare il presupposto necessario per un miglioramento e per una rinascita.
Se riusciamo a cogliere questo momento per riflettere veramente e cambiare come popolo e come persone, allora la crisi avrà fatto il suo dovere, altrimenti, ritorneremo a essere gli zoticoni che eravamo prima e avremo perso l’ennesima occasione.
Siccome ritengo che non tutta la crisi venga per nuocere, proporrei 2\3 mesi di crisi ogni 5\10 anni.
Così, per riflettere sulle proprie scelte e il proprio stile di vita.

Sono convinto che ridefiniremmo le nostre priorità, vivremmo in un mondo più umano e la nostra vita benecifierebbe di una miriade di stronzate in meno.

Buona crisi!!!

Fiorenza Valle: Quando tutto questo finirá nulla sará piú come prima. La natura a suo modo si è ribellata schiaffeggiandoci violentemente, scoprendo tutte le nostre fragilitá e la nostra assoluta nullitá di fronte ad essa.
Quando tutto finirá allora riscopriremo il vero valore della vita e della libertá che molto spesso abbiamo dimenticato, capiremo il perché i nostri predecessori l’amavano tanto da donare per essa la vita stessa!
(Luigi Bertorelli)

Sabato 21 e domenica 22 marzo

Luigi Sormano: Il dolore ha sempre attraversato la storia dell’umanità, il problema è che lo vediamo solo quando è vicino. Il Mantegna lo rappresenta con eccezionale bravura nelle immagini che oggi ho ritrovato in una vecchio libro a lui dedicato. L’immagine a colori è un particolare della “resurrezione e crocifissione” men tre l’altra immagine ha al centro un particolare del Cristo morto di Brera ed ai lati i particolari della pala di San Luca.
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Fiorenza Valle: Tanto smarrimento…..Non so se cedere alla più totale disperazione o….se inseguire la fievole luce della speranza!!!! …ANDRÀ davvero TUTTO BENE????
Mercoledi 25 marzo
Giovanna Rovere: Una riflessione ho sentito che il virus predilige i maschietti sarà una selezione della specie rimarranno i migliori cioè le donne.
Fiorenza Valle: La primavera reagisce così. ..

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Giovedi 26 e venerdi 27 marzo
Fiorenza Valle: E poi ti accorgi…che ti manca tutto della vita di prima….anche le persone che non ti erano particolarmente simpatiche….ci ritroveremo e sarà bellissimo!!!!!
Giovanna Rovere: Mi manca :il mare la mia passeggiata al mare quando è in tempesta la salsedine sul viso il vento salmastro ,il salino sulle labbra,mi manca il caffè al bar,mi manca perfino l’incazz…… Quando devo fare le scale perché non hanno chiuso bene la porta dell’ascensore insomma mi manca la normalità,la banalità delle azioni quotidiane chissà se dopo ci penserò a quanto saremo fortunati se tornerà ale piccole occupazioni
Sabato 28 marzo
Roberto Giannetti:

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